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Necromanteion, L’unico oracolo della morte in Grecia

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Necromanteion, L’unico oracolo della morte in Grecia

Un luogo antico

Il Necromanteion, l’oracolo della morte in Grecia (Oracolo dei morti), era conosciuto in tutta la Grecia antica. L’oracolo si trova alla confluenza di tre fiumi: Acheronte, Piriflegetonte e Cocito. La maggior parte dei reperti appartengono al periodo di massimo splendore del santuario, risalgono al III e II secolo a.C., sebbene l’esistenza del santuario nell’VIII secolo a.C. era confermata dagli scritti di Erodoto, dall’undicesima rapsodia dell’Odissea e dalle statuette in terracotta di Persefone trovate tra i resti. La prima abitazione sul sito risale al periodo miceneo, a giudicare da diversi frammenti di ceramica e da una spada in bronzo di tipo miceneo, datati al XIII secolo a.C. Il santuario ellenistico fu distrutto dai Romani nel 167 a.C.


  

Il viaggio nell’oltretomba: fasi della negromanzia del Necromanteion

Il Necromanteion, l’oracolo dei morti situato sulle rive dell’Acheronte, era un luogo avvolto da un’aura di mistero e timore. I pellegrini furono sottoposti a tre fasi di prove fisiche e spirituali durante la loro lunga permanenza nelle stanze buie dell’oracolo. Attraverso l’isolamento, rituali, preghiere e invocazioni, vagando nei corridoi bui, avendo la fede comune nell’apparizione dei morti ed essendo obbligati a seguire una dieta speciale, furono opportunamente preparati a incontrare le anime dei defunti. Chi si recava qui non lo faceva per chiedere consigli sul futuro, ma per comunicare con i defunti. Il viaggio nell’oltretomba era un percorso iniziatico, che prevedeva diverse fasi:

  1. Purificazione: Prima di accedere al santuario, i visitatori dovevano sottoporsi a riti di purificazione, lavandosi in acque sacre e offrendo sacrifici agli dei infernali.
  2. Discesa agli inferi: Il percorso verso il santuario era spesso descritto come una discesa negli inferi, un viaggio simbolico verso il mondo dei morti.
  3. Consulto: All’interno del santuario, i visitatori erano guidati da sacerdoti esperti in negromanzia. Questi, attraverso rituali, facilitavano il contatto con i defunti.
  4. Ritorno: Dopo il contatto con i morti, i visitatori dovevano compiere un percorso inverso, risalendo dagli inferi e tornando nel mondo dei vivi.

Testi antichi, come quelli di Plutarco e Pausania, fanno riferimento all’uso di sostanze psicoattive in contesti religiosi e rituali.

Dalle fonti a disposizione, possiamo ipotizzare che il rituale potesse durare da qualche ora a diversi giorni. È probabile che i visitatori rimanessero nel santuario per un periodo sufficientemente lungo da consentire una adeguata preparazione psicologica e una profonda immersione nell’atmosfera rituale

Una camera sotteranea

La struttura che ospitava l’oracolo del Necromanteion in Grecia è un edificio quadrato , circondato da un peribolo rettangolare in muratura poligonale . L’interno dell’edificio è diviso da due muri paralleli in una sala centrale e due navate laterali, ciascuna ulteriormente divisa da muri trasversali in tre stanze. Sotto la stanza centrale si trova una camera sotterranea delle stesse dimensioni, scavata nella roccia.

Quindici archi di poros sostenevano il tetto di questa camera sotterranea , che si pensava fosse il palazzo oscuro di Persefone e Ade. Questo edificio è datato alla fine del IV o all’inizio del III secolo a.C. Successivamente, alla fine del III secolo a.C., un complesso di edifici fu aggiunto a ovest della struttura iniziale, costituito da una corte centrale attorno alla quale c’erano stanze e magazzini.

Gli scavi sulla cima della collina rocciosa furono effettuati in due campagne (1958-64 e 1976-77) dall’Università di Ioannina e sotto la direzione di S. Dakaris per conto della Società archeologica di Atene.
Notevole è la struttura tripartita dell’edificio, che ricorda fortemente l’idea degli Inferi.

TEORIE ALTERNATIVE

La questione dell’effettiva funzione del Necromanteion è un tema molto dibattuto tra gli archeologi e gli storici. Le teorie alternative che hai menzionato, ovvero quella della villa rustica e quella di un inganno elaborato per i visitatori, sono state avanzate nel corso degli anni, ma presentano alcune difficoltà.

Al momento, le prove archeologiche e le testimonianze letterarie convergono verso l’interpretazione del Necromanteion come un vero e proprio oracolo dei morti. Le teorie alternative, pur affascinanti, non trovano un solido fondamento nelle evidenze disponibili.

È possibile che il Necromanteion abbia avuto diverse funzioni nel corso del tempo e che alcune delle sue caratteristiche architettoniche possano essere state reinterpretate o riutilizzate in periodi successivi. Tuttavia, l’insieme delle evidenze suggerisce che la sua funzione primaria fosse quella di facilitare la comunicazione con i defunti.

Il Necromanteion di Efira, con la sua atmosfera misteriosa e la sua funzione di ponte tra il mondo dei vivi e quello dei morti, era un luogo dove il ruolo dei sacerdoti, le offerte votive e le rappresentazioni artistiche giocavano un ruolo fondamentale.

Il Necromanteion era un luogo complesso e multiforme, dove si intrecciavano elementi religiosi, culturali e sociali. I sacerdoti, con la loro profonda conoscenza dei rituali e delle credenze, erano i protagonisti indiscussi di questo santuario. Le offerte votive e le rappresentazioni artistiche, da parte loro, offrono una testimonianza tangibile della devozione dei fedeli e delle loro credenze nel mondo ultraterreno.

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