Home » Grecia Centrale » L’oracolo di Delfi: conosci te stesso
, ,

L’oracolo di Delfi: conosci te stesso

L’oracolo di Delfi: conosci te stesso

L’Oracolo di Delfi: il centro del mondo antico

L’Oracolo di Delfi, situato ai piedi del monte Parnaso in Grecia, era considerato nell’antichità il centro del mondo e il luogo dove si poteva comunicare direttamente con gli dei. Qui, in un tempio sacro ad Apollo, risiedeva la Pizia, una sacerdotessa che, in trance profetica, pronunciava le sibilline parole del dio.

L’entità primordiale, la Terra, fu la prima divinità a possedere la sede oracolare di Delfi, come racconta la Pizia, sacerdotessa del dio, all’inizio delle Eumenidi di Eschilo.

La Pizia, Dopo tre giorni di digiuno si bagnava alla fonte Castalia, beveva acqua di un’altra fonte, la Cassotide, e masticava foglie di alloro. dopo il sacrificio di un capretto, la Pizia raggiungeva il tempio dove in contatto con il dio aveva tremiti in tutto il corpo, ispirata dai vapori che fuoriuscivano da una fessura nella terra, pronunciava oracoli ambigui, spesso in versi, che i sacerdoti interpretavano e trasmettevano ai consultanti.

Lo stesso Plutarco, fu sacerdote presso l’oracolo di Delfi. Grazie alle sue testimonianze sappiamo che a quel tempo la pizia era scelta tra le giovani del posto, questa entrava in trance raggiungendo dei veri e propri deliri che in alcuni casi la portavano alla morte. La pizia aspirava dei fumi provenienti da una fessura nella roccia. Plutarco descrive questi fumi di odore dolce. Lo studioso De Boer trovò all’interno di una sorgente di acqua tracce di etilene, che può produrre euforia. Uno studio di un’università americana ha scoperto una faglia che passa direttamente sotto al tempio attraversata da sorgenti, alcune ancora attive. Secondo gli scienziati, l’acqua di alcune sorgenti presenta tracce di numerosi gas, fra cui l’etilene.

Le consultazioni dell’oracolo erano molto richieste, non solo da semplici cittadini, ma anche da re, generali e filosofi. Si credeva che gli dei, attraverso la Pizia, potessero svelare il futuro, fornire consigli e risolvere dubbi.

tempo di lettura 7 minuti.

Sito archeologico di Delfi

tempo impiegato per visita > 2h
100%

Altro da vedere a Delfi:

Museo Archeologico di Delfi

Da vedere nei dintorni:

Amfissa

Monte Parnaso

L’oracolo di Delfi è famoso per le sue profezie, alcune delle quali sono diventate leggendarie, come:

  • La vittoria di Maratona: Si narra che l’oracolo di Delfi abbia predetto la vittoria degli Ateniesi sui Persiani nella battaglia di Maratona, incoraggiandoli a difendere la loro città.
  • L’ascesa di Alessandro Magno: Si dice che l’oracolo abbia profetizzato la grandezza di Alessandro Magno, indicando in lui il futuro conquistatore del mondo.
  • La distruzione di Troia: Secondo la leggenda, l’oracolo di Delfi fu consultato da Agamennone prima della guerra di Troia.

La Pizia era la sacerdotessa di Apollo, scelta per la sua purezza e per la sua capacità di entrare in trance profetica. Era lei che, seduta su un tripode sopra una fessura nella terra da cui fuoriuscivano vapori considerati sacri, riceveva i messaggi del dio e li trasmetteva ai consultanti. Il ruolo della Pizia era fondamentale. Era lei il tramite tra il mondo umano e il divino. I consultanti, dopo aver offerto sacrifici ad Apollo, ponevano le loro domande alla Pizia. Quest’ultima, in uno stato di trance indotto dai vapori e dalla sacralità del luogo, pronunciava frasi spesso ambigue e criptiche, che venivano poi interpretate dai sacerdoti.

La trance della Pizia era propabilmente indotta grazie ad una fessura della roccia presso il grande muro dei decreti di emancipazione, dalla quale in altri tempi, si diceva emanassero vapori capaci di stordire e rendere profetici uomini ed animali, per lo più capre.

Le profezie della Pizia erano considerate divine e avevano un grande impatto sulle decisioni politiche, militari e personali dei greci. Si credeva che gli dei, attraverso la Pizia, potessero svelare il futuro, fornire consigli e risolvere dubbi. Con il declino del mondo greco e l’avvento del cristianesimo, l’importanza dell’oracolo di Delfi e della Pizia diminuì gradualmente. Nel IV secolo d.C. l’oracolo fu chiuso definitivamente dall’imperatore romano Teodosio I.

“Conosci te stesso”: l’iscrizione del tempio di Apollo

Una delle frasi più celebri legate all’oracolo di Delfi è “Γνῶθι σεαυτόν” (Gnōthi seautón), che significa “conosci te stesso”. Questa iscrizione era incisa sul frontone del tempio di Apollo a Delfi e rappresentava uno dei principi fondamentali della filosofia greca.

.Ma perché questa frase era così importante? La frase era parte di una moltitudine, circa 147 massime presenti nel sito archeologico di Delfi, queste dispensavano saggi consigli per migliorare la propria esistenza. Se vuoi saperne di più puoi leggere il mio articolo Le Massime Delfiche: saggezza antica dall’Oracolo di Delfi.

Il sito archeologico di Delfi è situato ad una distanza di 400 metri dall’attuale villaggio di Delfi, sulla strada tra Arachova-Amphissa-Itea. Il sito è fondamentalmente legato alle tre fontane – Kastalia che ancora sussiste, Delphousa e Kassotis, non più identificabili. La strada moderna divide e delimita due antichi santuari, il Santuario di Atena Pronaia a sud e il Santuario di Apollo a nord. Il santuario di Atena Pronaia comprende la Tholos, i templi di Atena e due (almeno) tesori, mentre accanto ad esso si trova l’imponente palestra. Lungo il santuario di Apollo correva la Via Sacra, sui due lati della quale vennero progressivamente edificati i Tesori delle città greche e furono eretti ex voto e complessi scultorei monumentali. La Via Sacra termina presso il Tempio di Apollo, che nell’antichità comprendeva l’Oracolo di Delfi, mentre il teatro sorgeva sopra l’area sacra. All’esterno dell’area sacra furono costruiti edifici pubblici, come il Portico Occidentale e lo Stadio, quest’ultimo situato nel punto più alto dell’area archeologica.
Il tempio arcaico di Apollo fu costruito nel 510 a.C. con il denaro raccolto da molte città greche sotto gli auspici degli Alcmeonidi di Atene. Quando questo tempio fu distrutto da un terremoto nel 373 a.C., le città greche raccolsero nuovamente denaro e costruirono il tempio esistente, che fu completato intorno al 330 a.C. Si trattava di un tempio periptero dorico con vestibolo e distilo opistodomo in antis. Nella cella era situata la statua del dio e l’omphalos (ombelico della terra), mentre nel vestibolo erano iscritte le massime delfiche dei sette saggi dell’antica Grecia.

L’antico teatro di Delfi è situato nell’angolo nord-occidentale del santuario di Apollo, appoggiandosi al recinto sacro. È l’edificio più grande del sito. Fu realizzato in pietra calcarea locale, probabilmente all’inizio del II secolo a.C. Intorno al 160 a.C. Eumene di Pergamo lo ricostruì in modo monumentale. È costituito da 35 file di panche, che sono divise da un ampio corridoio sulla 28a fila. Aveva una capienza di 4.500 spettatori. Sulle pareti di entrambi i parodoi sono conservate iscrizioni di manomissione. L’antico teatro di Delfi fu incorporato nel santuario di Apollo, occupando l’angolo nord-occidentale del recinto. È probabilmente l’edificio più grande del sito archeologico. Per la sua costruzione fu distrutto un edificio vicino, forse un tesoro. La cavea, a ovest, si appoggia all’inclinazione naturale della collina, mentre a est scavalca un piccolo torrente che conduceva l’acqua della fontana Cassotis proprio sotto il tempio di Apollo. In occasione della visita di Nerone in Grecia nel 67 d.C., il teatro subì varie modifiche. L’orchestra fu pavimentata e circondata da un parapetto in pietra. Nel 1438, quando Ciriaco di Ancona visitò Delfi, il teatro era coperto di terra e rocce, ma era ancora in parte visibile. In seguito fu ricoperto dalle case del villaggio di Kastri. Fu restaurato dopo il 1910 e vi si tennero spettacoli teatrali nel corso dei festival delfici organizzati da A. Sikelianos e sua moglie, Eva Palmer.

Lo stadio di Delfi, situato nel punto più alto della zona, deve essere stato costruito nella seconda metà del IV secolo a.C. o addirittura dopo la vittoria contro i Galati. a.C. Era lungo circa 178 metri e su entrambi i lati erano presenti delle panchine rialzate per gli spettatori, inizialmente costituite da terra battuta, in seguito però realizzate in pietra e forse in marmo in epoca romana, tramite una donazione di Erode Attico, secondo Pausania.

Il tesoro degli Ateniesi rappresenta il primo esemplare di tesoro dorico in marmo. Gli Ateniesi costruirono il Tesoro molto probabilmente dopo il 490 a.C. per ringraziare il dio Apollo per la loro vittoria nella battaglia di Maratona. Sul lato settentrionale e occidentale erano raffigurate scene della vita di Ercole, mentre sul lato meridionale e orientale scene della vita di Teseo.  Costituisce il più antico esemplare di tesoro dorico in marmo. È distilo in antis, costruito interamente in marmo pario. Misurava 6,57 per 9,65 nella parte inferiore delle pareti. Il fregio aveva 6 metope sui lati stretti e 9 su quelli lunghi. Il tetto era fatto di marmo dipinto di rosso. Sui lati settentrionale e occidentale, che non erano visibili ai visitatori, erano raffigurate gesta eroiche di Ercole (ad esempio la battaglia contro Gerione, l’Amazzonomachia), mentre sui lati meridionale e orientale c’erano scene della vita di Teseo. Gli acroteri laterali raffiguravano delle Amazzoni a cavallo, mentre i frontoni erano decorati con sculture, tra cui una divinità femminile tra due carri a est e una scena di battaglia a ovest.

Il santuario di Apollo a Delfi
Il santuario di Apollo a Delfi

Se sei arrivato fin qui, vale la pena visitare il museo archeologico di Delfi

Condividi su:

Non puoi copiare il contenuto di questa pagina